La storia delle dighe e l'evoluzione delle tipologie

La sezione dedicata alla storia delle dighe, dal 3000 a.C. all'affermarsi delle odierne tipologie nella prima metà del XX secolo, consta delle seguenti otto pagine:

• 1ª parte - Le prime dighe e le prime lezioni della storia;
• 2ª parte - Le dighe in materiali sciolti e miste (materiali sciolti e muratura);
• 3ª parte - Le dighe ad arco e ad archi multipli;
• 4ª parte - Dighe a gravità alleggerita e dighe a gravità massiccia;
• 5ª parte - Antiche dighe a gravità italiane;
• 6ª parte - L'evoluzione della tipologia a gravità;
• 7ª parte - La sottospinta, l'ultimo gradino;
• Riferimenti bibliografici e fonti iconografiche.

Queste pagine si trovano pubblicate anche sul nuovo sito della D.G. Dighe, in una veste grafica che ha dovuto essere un po' adattata al formato richiesto dall'AGID, Agenzia per l'Italia digitale, per i siti delle Amministrazioni pubbliche. Verosimilmente l'impostazione grafica prevista dall'AGID, con i caratteri grandi e il testo molto diluito sulla pagina, si presta meglio alla lettura da parte di coloro che necessitano, o comunque preferiscono, questo tipo di impaginazione. Il testo qui riportato, viceversa, ha il solo pregio di corrispondere al "rendering" immaginato dall'autore.

AVVERTENZE:

1. Ogniqualvolta una diga, antica o moderna, viene citata nel testo per la prima volta, nel nome della diga è inserito un collegamento ipertestuale che consente, cliccandoci sopra, di visualizzare la diga su Google Maps (o di vedere dove era situata, se non più esistente);
2. Le figure e le didascalie possono essere visualizzate a pagina intera cliccando sul simboletto situato in basso a destra nella didascalia. Per tornare dalla figura ingrandita al testo si dovrà invece cliccare sul simboletto ‍  ;
3. Le didascalie particolarmente lunghe non sono riportate interamente nel testo, ma interrotte con tre punti tra parentesi: (...). Per visualizzarle integralmente occorre ingrandire la figura a pagina intera, ancora una volta cliccando sul simboletto ;
4. Le pubblicazioni cui si fa riferimento nel testo sono citate con un codice che ne indica l'autore e l'anno di pubblicazione (ad es: FASSO' 1971). Nella pagina della bibliografia si trova poi riportato per intero il riferimento bibliografico corrispondente al codice;
5. Tanto nel testo, quanto nella pagina della bibliografia, quando una pubblicazione sia liberamente disponibile online, un ipertesto punta all'indirizzo ove può essere letta e scaricata.

Luigi Ghinami - novembre 2021