Come indicato nella sezione del sito dedicata alla normativa sulle dighe e traverse (vedi in particolare la pagina Dighe e traverse - Normativa), la Legge 21 ottobre 1994, n. 584 assegna allo Stato la competenza sulle “opere di sbarramento, dighe di ritenuta o traverse che superano 15 metri di altezza o che determinano un volume di invaso superiore a 1˙000˙000 di metri cubi” [c.d. “grandi dighe”]; rientrano invece nella competenza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano “gli sbarramenti che non superano i 15 metri di altezza e che determinano un invaso non superiore a 1˙000˙000 di metri cubi” [c.d. “piccole dighe”].
In Italia, a fronte di circa 530 grandi dighe, si stima che vi siano intorno alle 8000 piccole dighe. Un rapporto numerico, dunque, di 1/15. In Sardegna il rapporto è di circa 1/10. Si è detto in altre pagine come i dati dimensionali sulle dighe non sempre siano certi e definitivi. Nel campo delle piccole dighe, poi, l’incertezza cresce considerevolmente. Data l’estrema numerosità di questi sbarramenti, è difficile perfino censirli tutti, anche in quanto talora la “diga” consiste nient’altro che in un rilevato di 1÷2 metri, magari realizzato per chiudere su un lato la sponda di un laghetto interrato. In Sardegna, le principali raccolte di dati sulle piccole dighe (frammisti a dati su invasi artificiali e/o naturali non creati da opere di sbarramento) sono le seguenti:
Dall’integrazione, confronto ed esame critico delle raccolte predette derivano gli elenchi delle piccole dighe della Sardegna che si riportano in questa sezione del sito. I record sono così raggruppati:
Dalle stesse definizioni sopra riportate di piccole dighe “maggiori”, “minori”, “minime” e “non dighe”, emerge come i margini di incertezza nella classificazione delle opere come ricadenti nell’uno o nell’altro gruppo siano tutt’altro che minimi. Nemmeno è certo che gli elenchi riportino nell’insieme tutte le piccole dighe esistenti sul territorio regionale: qualcuna potrebbe essere sfuggita perché non compresa in alcuna delle tre raccolte di invasi utilizzate come fonti (nessuna delle quali, peraltro, è risultata tanto completa da contenere tutti i casi elencati nelle altre due); qualcuna potrebbe essere sfuggita perché all’esame delle foto aeree lo sbarramento non si ravvisa chiaramente, e dunque non è stato inserito in elenco, neppure tra le dighe “minime”. Di ciò deve essere avvertito l’utente.